Gli AperiCep, gli aperitivi on line del Complexity Education Project, sono una serie di incontri con esperte ed esperti, per dialogare e riflettere sulle possibili evoluzioni dei tanti sistemi complessi di cui facciamo parte e in cui siamo immersi.
Il tema del Festival 2023
La XIII edizione del Festival della Complessità è incentrata sul tema dei “Mondi Possibili”.
La realtà può essere conosciuta solo in modo probabilistico: fenomeni come inquinamento e cambiamento climatico, globalizzazione, crescita demografica, urbanizzazione, ripetute crisi economiche e finanziarie, la pandemia da Covid-19, il dilagare di guerre giunte fino alle porte dell’Europa, sono tutti fenomeni che sfuggono ad ogni controllo. Ci ricordano che nella storia ci sono sempre stati momenti di frattura dovuti a cambiamenti profondi, rapidi, spesso catastrofici. Questa velocità, inevitabilmente, produce uno spaesamento.
Per cogliere la complessità alla base di questi cambiamenti, è necessario comprendere concetti come relazione, reti, interdipendenza, complementarità, cooperazione e autorganizzazione. Il Festival mira a guardare a esperienze innovative come ad altrettanti mondi possibili e indizi di futuro, che possano contribuire al progresso, e non al deterioramento della situazione. Allo stesso tempo, è necessario considerare anche i segnali deboli che emergono a livello locale, per rendere più probabili i nuovi mondi possibili.
La serie di eventi del CEP
All’interno della cornice del Festival, il Complexity Education Project ha organizzato una serie di cinque eventi, dal titolo:
Mondi sostenibili?
Imparare a vivere con le intelligenze artificiali
Opportunità…
L’Intelligenza Artificiale (IA) è uno dei fenomeni dirompenti degli ultimi anni, con implicazioni che vanno ben oltre il campo tecnologico; sta cambiando e cambierà società e individui in modi che sono ancora difficili da prevedere.
In questa serie di web meeting esploreremo i modi in cui l’IA può contribuire a creare mondi sostenibili. L’AI Generativa offre una nuova prospettiva di come gli esseri umani possono interagire con il contesto. Utilizzando l’IA, le persone possono creare sistemi in grado di generare nuove soluzioni, modelli di previsione, algoritmi di apprendimento e molto altro ancora. L’IA fornisce anche una nuova prospettiva su come le persone possono interagire con i dati, poiché è in grado di elaborare grandi quantità di dati e offrire analisi approfondite in modo efficiente. Nel corso dei prossimi anni, l’IA diventerà sempre più importante per aiutare le persone a creare mondi sostenibili. L’IA può essere utilizzata per prevedere le tendenze ambientali, per analizzare i dati relazionali, per migliorare le infrastrutture, per sviluppare soluzioni di energia rinnovabile e molto altro ancora. Durante la serie di web meeting esploreremo i modi in cui l’IA può essere utilizzata per creare un futuro sostenibile e sicuro nei diversi contesti affrontati: formazione, arte, lavoro, comunicazione, ecosistemi e reti tecnologiche.
…e rischi
Insieme alle opportunità di progresso appena citate, la crescita dell’intelligenza artificiale solleva anche molti dubbi e ci espone a nuovi rischi.
A causa delle complessità nella gestione dell’IA, come l’adozione di misure di sicurezza adeguate, c’è sempre il rischio di incorrere in vulnerabilità cyber che potrebbero essere utilizzate da malintenzionati. L’uso errato dell’IA può anche avere risvolti a livello di privacy che sono difficili da controllare.
Inoltre, l’IA può avere un impatto sui posti di lavoro. In un futuro sempre più vicino, l’automazione potrebbe rendere l’intelligenza artificiale un sostituto degli esseri umani in un certo numero di contesti e attività.
Infine, potenzialmente l’IA potrebbe creare una discriminazione implicita basata su pregiudizi legati al genere, all’età, all’origine etnica e alla credenza religiosa, dovuta ai bias presenti nei dataset su cui è stata addestrata la rete neurale.
L’uso dell’IA deve essere necessariamente bilanciato con misure che salvaguardino l’interesse pubblico, in particolare quando si tratta di prevenire incidenti o di proteggere le informazioni sensibili. Per questo motivo, un uso responsabile dell’IA è essenziale nella creazione di un mondo sostenibile.
Il programma degli AperiCep
La serie “Mondi sostenibili? Imparare a vivere con le intelligenze artificiali” si è svolta in cinque web meeting:
3 maggio
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Lo scenario: la formazione alla complessità. Imparare a percepire la complessità del mondo attraverso le esperienze
Ospiti: Marcello Bogetti, Federico Maggiora, Sebastian Raimondo, Luca Sasso |
10 maggio
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AI e arti visive. Immaginare nuove forme di arte
Ospiti: Mauro Martino e Francesco D’Isa |
24 maggio
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AI e futuro del lavoro. Tra collaborazione e competizione con le macchine
Ospiti: Massimo Chiriatti e Sergio Bellucci |
7 giugno
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AI, algoritmi e comunicazione. Opportunità e rischi di una sfida sociale digitale
Ospiti: Elena Esposito e Donata Columbro |
21 giugno
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Mondi complessi senza precedenti. Prospettive e pericoli nelle interazioni tra ecosistemi e reti tecnologiche
Ospiti: Federico M. Butera e Guido Caldarelli |
Di seguito il dettaglio con i link per iscriversi agli eventi su Zoom.
Web meeting 1
Lo scenario: la formazione alla complessità
Imparare a percepire la complessità del mondo attraverso le esperienze
Mercoledì 3 maggio 2023
Ospiti:
- Marcello Bogetti, Direttore di LabNET, Laboratorio di Network Analysis applicata, della School of Management dell’Università di Torino
- Federico Maggiora, Fondatore e Presidente della Fondazione Accademia Maurizio Maggiora – Ente del Terzo Settore
- Sebastian Raimondo e Luca Sasso, Fondatori del Laboratorio didattico Semplicemente Complesso, per la divulgazione della complessità nelle scuole superiori
Temi:
- Per comprendere i fenomeni di un mondo in cambiamento continuo, serve una nuova mentalità orientata al pensiero complesso. Saper affrontare la complessità in cui viviamo e trasformare le aziende per renderle sostenibili e responsabili significa dotarsi di un approccio adeguato al tema della complessità, che non deve essere vista come problema da eliminare bensì come sfida da gestire, e perfino come opportunità da sfruttare per generare ulteriore valore e vantaggio competitivo per l’organizzazione. Il futuro sarà dei manager ibridi (manager della complessità), persone che sanno vedere opportunità in quelli che oggi definiamo come rischi, vulnerabilità, variabili di un pericoloso disordine, capace di rendere ancora più instabili e insicuri i sistemi e la vita sociale. Sarà fondamentale riconoscere tempestivamente i cambiamenti nell’organizzazione e le sfide lanciate dai propri stakeholder, guidare con successo l’organizzazione in contesti in continua evoluzione, adottare approcci sistemici che interessino la cultura, i processi, strumenti e indicatori di performance dell’organizzazione (un modello organizzativo complesso). Una maggiore complessità esterna richiede ai manager di adottare, all’interno delle loro organizzazioni, sempre maggiore complessità.
- Questa nuova visione può essere applicata alla formazione, supportando manager e professionisti nella costruzione di una mentalità orientata alla complessità, accompagnando le organizzazioni nella comprensione di «contesti complessi», come per esempio il sociale, nello sviluppo di competenze, e nella sperimentazione di metodologie, strumenti e modelli di change management incentrati sulla complessità. Infatti, le nuove sfide sociali come ad esempio emergenze climatiche e sanitarie, guerre, nuove povertà, occupabilità dei giovani e dei NEET, superamento delle barriere di genere, inclusione sociale dei migranti, obbligano le organizzazioni a progettare e gestire soluzioni complesse sempre più incentrate sulla «S» di ESG (acronimo che sta per Environmental (ambiente), Social (società) e Governance: una vera e propria «palestra» per i manager sia del for profit e sia del nonprofit. L’iniziativa del Social Complexity Campus, percorso formativo di prossimo avvio promosso dal Center for Business and Society, SAA – School of Management dell’Università di Torino, Fondazione Accademia Maurizio Maggiora – ETS, e Complexity Education Project, proporrà sia momenti di acquisizione del vocabolario di base della complessità e delle metodologie utili per proporre risposte diverse a problemi complessi, sia un laboratorio di prototipazione per individuare soluzioni complesse a sostenibili dal punto di vista sociale.
- La sensibilizzazione alla complessità può essere progettata e orientata anche a giovani studenti delle scuole superiori, offrendo un’educazione al pensiero sistemico con un approccio basato sulla la meraviglia. Partendo da sistemi semplici e intuitivi, il laboratorio Semplicemente Complesso presenta l’analisi di sistemi via via più complessi, alternando presentazioni frontali ed esperimenti pratici. Guidando gli studenti verso una visione unificata dei fenomeni che caratterizzano il nostro tempo, dai social-network al cambiamento climatico, dagli ecosistemi alle epidemie, dalla complessità del sistema socio-economico al funzionamento del nostro cervello.
Web meeting 2
AI e arti visive
Immaginare nuove forme di arte
Mercoledì 10 maggio 2023
Ospiti:
- Mauro Martino, scienziato e artista, Fondatore e Direttore del Visual Artificial Intelligence Lab presso IBM Research
- Francesco D’Isa, artista e scrittore, Direttore editoriale de L’Indiscreto
Temi:
- Cosa significa essere un’artista e qual è la natura della creatività? Qual è il futuro della pratica creativa con queste nuove tecnologie? Come coevolverà il rapporto tra artista e strumenti collaborativi di Generative AI?
- L’AI potrebbe diventare la nuova musa del designer. Nel progetto abbiamo bisogno di riferimenti culturali visivi per concepire una evoluzione dell’oggetto creato. Grazie all’AI il designer può creare immagini artificiali di tutto ciò che esiste e che non esiste, esplorando percorsi visivi arditi e inusuali.
- Le intelligenze artificiali sono un pericolo per l’arte? Rischiano di sostituirsi all’artista e, soprattutto, sono esse stesse artisti o semplici strumenti? Il dibattito sembra nuovo, ma viene da lontano. Perché i nuovi software come Dall-e e Midjourney daranno una scossa all’arte visiva pari all’avvento della fotografia e della computer graphics.
- Il dibattito su che cos’è un’opera d’arte è tornato prepotentemente al centro dell’attenzione pubblica con la recente crescita dei tool Text-To-Image; le domande più frequenti sono: le TTI creano opere originali o dei plagi? È lecito che siano presenti immagini protette dal diritto d’autore negli immensi dataset utilizzati per creare questi algoritmi? Sono questioni importanti, che, come spesso accade, mettono in discussione delle idee che davamo per scontate.
Web meeting 3
AI e futuro del lavoro
Tra collaborazione e competizione con le macchine
Mercoledì 24 maggio 2023
Ospiti:
- Massimo Chiriatti, tecnologo e dirigente informatico, autore di Incoscienza artificiale. Come fanno le macchine a prevedere per noi
- Sergio Bellucci, scrittore e giornalista, autore di Ai-work. La digitalizzazione del lavoro
Temi:
- Una macchina intelligente in grado di prendere decisioni al posto dell’uomo: se pensiamo sia questa la definizione di intelligenza artificiale, sbagliamo. Anche se sempre più sofisticate, infatti, le macchine sono pur sempre dei meri esecutori di istruzioni impartite dall’uomo sotto forma di numeri e formule, che poco hanno a che vedere con facoltà tipicamente umane come le emozioni, il coraggio, la responsabilità o l’immaginazione.
- L’essere umano è in pericolo, non a causa dell’AI ma da sé stesso quando pensa: che la macchina sia intelligente e cosciente; di competere contro la macchina; di umanizzare la macchina; di pensare come una macchina. Siamo e dobbiamo restare diversi.
- Abbiamo un’AI che diventa sempre più potente, ma non siamo diventati proporzionalmente più intelligenti nel gestirla. Per non vergognarci, andrebbe studiata di più insieme a più politica e più etica, ma la domanda è: occorre più tecnologia per mitigare i problemi o dobbiamo rallentarla?
- Le tecnologie digitali rappresentano una sfida dal punto di vista della loro interpretazione teorica. L’umanità si trova di fronte ad un passaggio o il quadro rappresenta l’«evoluzione» di una tendenza che non modifica il senso dei processi?
- Ci sono passaggi della storia in cui si aprono scenari che vanno oltre le generazioni in vita. L’invenzione della scrittura, la messa a punto del metodo scientifico, l’uso dell’elettricità, sono esempi di tali discontinuità che, pur “dirompenti”, nell’epoca della loro introduzione non furono percepite come “punti di non ritorno”. Le trasformazioni nella produzione e nel lavoro rappresentano il luogo privilegiato per comprenderne il senso. Siamo di fronte a una Transizione, una vera e propria “rottura di civiltà e di senso”, come quella che segnò il tragitto dall’era della società agricola a quella della società industriale
- Il salto tecnologico che i sistemi di intelligenza artificiale, come ChatGpt di OpenAi, hanno messo a disposizione nei cicli produttivi sono solo l’annuncio di ciò che sarà disponibile da qui a pochissimi anni, forse solo pochi mesi. Non possiamo più ignorare la potenza di calcolo nella sua capacità non di diventare “intelligente”, quanto e più dell’uomo, ma di andare a sostituire tutte le forme di attività ripetitiva sia nella sua versione “industriale” (attraverso la robotizzazione) sia nella sua versione di processo burocratico-amministrativo (attraverso i software).
Web meeting 4
AI, algoritmi e comunicazione
Opportunità e rischi di una sfida sociale digitale
Mercoledì 7 giugno 2023
Ospiti:
- Elena Esposito, sociologa presso l’Università di Bielefeld e l’Università di Bologna, autrice di Comunicazione artificiale. Come gli algoritmi producono intelligenza sociale
- Donata Columbro, giornalista e speaker, autrice di Dentro l’algoritmo. Le formule che regolano il nostro tempo
Temi:
- Rispondono alle nostre domande, fanno conversazione, compongono musica, leggono libri e scrivono testi interessanti, appropriati e – se occorre – anche divertenti. Generano informazioni in modo rapidissimo e preciso, stanno imparando a guidare le macchine in maniera più sicura e affidabile degli autisti professionisti e ce la mettono tutta per predire il futuro. Grazie agli algoritmi di deep learning, le “macchine” stanno migliorando così tanto nel fare così tante cose da metterci a disagio, creando in noi un dubbio: non è che stanno diventando troppo intelligenti?
- Tracciare questa analogia tra algoritmi e intelligenza umana è fuorviante. Se le macchine contribuiscono all’intelligenza sociale non è perché hanno imparato a pensare come noi, ma perché hanno imparato a partecipare alla comunicazione. Le possiamo pensare come “intelligenti” non in termini di intelligenza artificiale ma in termini di comunicazione artificiale. Abbiamo bisogno di un concetto di comunicazione che sappia prendere in considerazione la possibilità che il partner con cui interagiamo non sia un essere umano ma un algoritmo.
- L’algoritmo è una mano invisibile che governa le nostre vite? E da quando succede? Oggi questo termine è sinonimo di computer, ma anche di intelligenza artificiale: è in realtà un insieme di regole, un procedimento costruito dall’essere umano per ottenere la soluzione a un problema. Può decidere al posto nostro, modificare la rappresentazione di una categoria di persone, radicalizzare rappresentazioni del mondo, ma come principale scopo ha quello di massimizzare il tempo che l’utenza passa su app e dispositivi.
- Diventa fondamentale capire cos’è l’algoritmo che sembra influire in modo così preponderante nella nostra quotidianità. Perché ce ne stiamo occupando tutti così tanto in questi ultimi anni, cosa è cambiato rispetto a quando sono arrivati i primi social network, e come possiamo capirne il funzionamento per migliorare il nostro tempo.
Web meeting 5
Mondi complessi senza precedenti
Prospettive e pericoli nelle interazioni tra ecosistemi e reti tecnologiche
Mercoledì 21 giugno, ore 18 – 19
Ospiti:
- Federico M. Butera, professore emerito del Politecnico di Milano, autore di Affrontare la complessità. Per governare la transizione ecologica
- Guido Caldarelli, fisico presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, autore di Senza uguali. Comprendere con le reti un mondo che non ha precedenti
Temi:
- Viviamo in un’epoca, l’Antropocene, in cui gli impatti delle attività umane sul pianeta hanno raggiunto livelli senza precedenti. Anche se la quantità di analisi e ricerche scientifiche su questi temi è ormai sconfinata, è sempre più difficile orientarsi tra fake news e fonti credibili.
- Per questo, servono strumenti per imparare a ragionare nel modo corretto su questi argomenti, centrali per il benessere, presente e futuro, delle nostre società. “Affrontare la complessità” significa fare chiarezza sulle questioni ambientali – l’inquinamento, i cambiamenti climatici, l’acidificazione degli oceani, i consumi di acqua e di risorse, le trasformazioni dei suoli e la distruzione della biodiversità – da una prospettiva che evidenzia le interconnessioni tra le parti di quel sistema meravigliosamente complesso che è il nostro pianeta. Vanno poi considerate anche le relazioni con i sistemi politici, economici e sociali: ad esempio esiste sempre la possibilità che bruschi cambiamenti di stato nella biosfera possano destabilizzare rapidamente il funzionamento delle nostre economie.
- È ancora possibile immaginare uno scenario che può indirizzare le nostre società lungo un cammino davvero sostenibile: basato sull’economia circolare, la riduzione degli sprechi, le rinnovabili, l’efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia.
- Viviamo anche in una realtà sempre più connessa e complessa, caratterizzata da meccanismi che “regolano il disordine” tra tutte le cose. È più facile incontrare per strada un uomo alto 2,50 metri o che un virus nato in un mercato di animali selvatici si diffonda in tutto il mondo diventando un’emergenza sanitaria globale? Come si distribuisce la ricchezza e cosa genera le crescenti diseguaglianze nella popolazione? Per quale motivo le notizie false si diffondono così velocemente?
- Il mondo diventa ogni giorno più connesso e, appunto, complesso. La complessità della realtà si articola infatti in strutture di reti in cui le connessioni sono scelte tra un gran numero “disordinato” di possibilità, tutte più o meno equiprobabili. Il fatto sorprendente è che queste strutture, indipendentemente dalla loro configurazione specifica, hanno molte proprietà in comune.
- Grazie allo studio delle reti, possiamo comprendere come si creano l’ordine o il disordine e prevedere il comportamento di sistemi caotici anche in ambiti delicati come quelli sociali ed economici. Perché capire la complessità significa rendersi conto di quanto siano interconnesse le variabili in gioco e imparare a prevederne l’evoluzione per cercare di pianificare un mondo migliore, più sostenibile e con maggiori opportunità per tutti.