Tag Archives: reti

Introduction to Complexity è un Mooc (Massive On line Open Course), corso e-learning offerto gratuitamente dal Santa Fe Institute, pioniere nel campo della divulgazione della complessità.
Si tratta di un corso sempre aperto che l’utente può iniziare e terminare quando desidera. Il programma del corso verte su caos, frattali, teoria dell’informazione, auto-organizzazione, agent-based modeling, reti. Il corso permette inoltre di scoprire come la complessità cresce ed evolve in natura, nella società e nella tecnologia. Non sono previsti prerequisiti.

Via via che il mondo diventava più interconnesso e che i segnali si diffondevano in maniera più veloce, pervasiva ed efficace, da ultimo anche grazie alle reti informatiche, si è fatta evidente l’importanza di studiare e comprendere le reti di relazioni e di comunicazioni che si sviluppano nei sistemi complessi adattativi che caratterizzano i sistemi sociali; in particolare da decenni si sta cercando di utilizzare un nuovo paradigma cognitivo complesso che permetta di avvicinarsi a tutta una serie di sistemi complessi in ambito biologico, sociale e socio-tecnologico, evitando i fallimenti causati dall’utilizzazione del pensiero lineare, deterministico e riduzionista, che non è applicabile a fenomeni e sistemi di tipo complesso, caratterizzati dalla capacità di adattarsi alle variazioni dell’ambiente e nello stesso tempo di contribuire a cambiarlo, in un continuo loop di azioni e retro-azioni.

Per un primo avvicinamento a questi temi, si veda in questo sito la sezione TESTI con i “classici” e le “novità” bibliografiche e o line; in quesa vovce segnaliamo in particolare i volumi pubblicati da autori italiani come G. Bocchi, M. Ceruti, A. Cravera, F. De Toni, A. Gandolfi, G. Gembillo, I. Licata e S. Manghi, o stranieri tradotti in italiano come R. Benkirane, M. Gell-Mann, S. Kauffmann, N. Luhmann, E. Morin e M.M. Waldrop.

(V.E)

Un sistema può essere considerato complesso e capace di adattarsi all’ambiente circostante quando è costituito da tanti elementi (semplici o complessi a loro volta), connessi tra di loro in una rete di azioni e retro-azioni regolate da leggi locali, e quando nel suo insieme si trova in uno stato dinamico (fuori sia da un equilibrio statico sia da uno stato caotico) e in una condizione tale da poter scambiare energia, materia e/o informazione con l’ambiente, comportandosi come una entità unica. In tali condizioni un sistema complesso adattativo fa emergere dal suo interno, senza bisogno di alcun progettista né di una direzione gerarchica, proprietà e caratteristiche che non sono prevedibili studiando i singoli elementi (cosa che si può fare invece normalmente con alcuni sistemi artificiali progettati a priori, come orologi o motori).

Sono sistemi complessi adattativi tutti i sistemi viventi e quelli sociali, dai formicai alla borsa, dalla biosfera agli ecosistemi, dal cervello ai partiti politici o ai social network; e in particolare si possono considerare sistemi complessi adattativi i sistemi tecnologici e di comunicazione come il World Wide Web e Internet.

Lo studio dei sistemi complessi adattativi rientra nell’ampio e sempre più diffuso paradigma cognitivo trans-disciplinare sviluppatosi con le teorie della complessità, che si pone in posizione complementare rispetto a quello scientifico classico (cartesiano/newtoniano), in quanto adatto a descrivere sistemi non lineari come quelli biologici, ecologici, finanziari, economici, medico-sanitari e in genere sociali.

(V.E)

Tipologia di rete (tradotta di rado con “rete mondo piccolo”) in cui è possibile raggiungere qualunque posizione da qualsiasi altra in pochi passi; è interessante in ambito sociale, ecologico e tecnologico per la sua capacità di diffondere segnali velocemente e in maniera efficace.

Si ha una small world network quando coesistono cluster (agglomerati) di nodi strettamente connessi tra di loro (hub) e collegati con altri cluster da legami cosiddetti deboli, secondo una distribuzione che segue una legge di potenza, che descrive a sua volta la complessità della rete.

Le reti small world sono caratterizzate da alto coefficiente di aggregazione e da pochi gradi di separazione.

La definizione di small world network, anche se trova anticipazioni negli anni ’60 e ’70 del Novecento in studiosi come S. Milgram e M. Granovetter, viene elaborata da D. Watts e S. Strogatz negli anni ‘90 e diffusa da A-L. Barabasi all’inizio del Duemila; più di recente ricercatori e divulgatori come M. Buchanan hanno proposto una suddivisione delle reti small world in due grandi famiglie chiamate “reti aristocratiche” e “reti egualitarie”:

le prime (tipiche scale free network come Internet o il Www) sono caratterizzate dalla presenza di hub che tendono a crescere e dominare nel tempo;

le seconde (come i social network o le linee aeree low cost) presentano vincoli di vario tipo che limitano la crescita degli hub oltre una certa soglia, bilanciandoli con la nascita di hub concorrenti.

(V.E)