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Definizioni

Chiamiamo sistema un insieme di molti elementi in relazione tra di loro, che può essere considerato come una unica entità con caratteristiche diverse da quelle dei suoi singoli componenti; ciò vale sia per i sistemi artificiali (costruiti da un progettista, p.es. un circuito elettronico) sia per quelli naturali (osservati da un osservatore, p.es. uno stormo di uccelli);

quando si parla di relazione fra gli elementi costitutivi di un sistema, si intende che ciascun elemento interagisce con altri elementi del sistema e/o dell’ambiente circostante secondo regole definite, scambiando materia, energia e/o informazione.

Non si considerano sistemi, ma semplici “insiemi” (o set o non-systems), quegli aggregati di elementi le cui proprietà sono semplici stati che non richiedono un continuo processo di interazione tra i vari componenti; per comprendere in concreto la differenza tra un sistema e un semplice set di elementi possiamo prendere in considerazione p.es. la differenza che c’è tra un insieme di parole qualsiasi (che può avere diversi stati o strutture, se si organizzano le parole secondo il numero di lettere o secondo l’ordine alfabetico o secondo altri criteri) e il sistema costituito da un libro, in cui le parole che fanno parte dello stesso insieme interagiscono tra di loro secondo regole grammaticali, sintattiche e semantiche, facendo emergere significati che il set di parole non possiede: significati che non sono prevedibili a priori dall’analisi delle parole componenti.

Lo studio dei sistemi, pur avendo lontane radici che affondano nell’antichità e che si irrobustiscono nei secoli più recenti con gli studi sulla termodinamica e sulla statistica, comincia a presentare il suo aspetto attuale a cavallo della Seconda Guerra Mondiale con la nascita della Teoria generale dei sistemi (o Sistemica) di L. von Bertalanffy, della Dinamica dei sistemi di J. Forrester, della Cibernetica di N. Wiener e J. von Neumann, e di altre discipline collegate come la cosiddetta Seconda cibernetica di H. von Foerster.

(V.E)

Comportamenti, mode, idee, credenze e religioni si estinguono o si affermano nell’ambiente sociale secondo il setaccio della selezione naturale, come fanno i geni negli organismi viventi: per questo si parla di memetica (termine coniato da Richard Dawkins nel 1976) in assonanza con la parola genetica.

I memi si diffondono nella rete sociale con leggi analoghe a quelle delle epidemie, con velocità diverse a seconda dell’ambiente in cui agiscono.

Nell’ultimo secolo si sono affermati a livello globale vari potenti acceleratori dei processi memetici: prima il cinema, la radio e il telefono, e poi la televisione, superati attualmente per efficacia e pervasività dalle reti delle nuove tecnologie digitali e in particolare dai social network su Internet.

(V.E)

L’auto-organizzazione è un fenomeno che emerge spontaneamente (bottom-up), senza un progetto centralizzato, nei sistemi complessi costituiti da molti elementi collegati tra loro in modo non lineare e strutturati in reti di interazioni, in equilibrio dinamico. In Internet e nel Web l’auto-organizzazione si incontra:

A) nella struttura fisica: il Web si accresce auto-organizzandosi in forma di rete small-world con alto coefficiente di aggregazione e pochi gradi di separazione tra i nodi costituiti dai siti;

B) nella struttura sociale: la rete facilita la nascita e la crescita di comunità auto-organizzate;

C) nella diffusione memetica di idee e comportamenti: esempio, quella dei dissidenti politici auto-organizzati dal basso con l’aiuto dei social network contro le strutture gerarchiche top-down dei regimi contestati.

(V.E)

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