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Il Complexity Education Project ha partecipato anche quest’anno al Festival della Complessità, giunto alla sua dodicesima edizione. In particolare, il tema principale del Festival 2022 era: “Transizioni. La notte non è finita e il giorno ancora non arriva”. Tra maggio e giugno 2022 si sono tenuti eventi in presenza e on line in molte città italiane. Consulta il calendario completo.

Gli AperiCep, gli aperitivi on line del Complexity Education Project, sono una serie di incontri per capire se e come gli accadimenti recenti (ad esempio il Covid, la guerra, le fake news, il cambiamento climatico) hanno già innescato dei cambiamenti sistemici nella nostra quotidianità. C’è una transizione già visibile nei vari settori? Lo abbiamo chiesto agli esperti.

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AI-Work, La digitalizzazione del lavoro, a cura di Sergio Bellucci, è il primo libro presentato al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2021, per la “Biblioteca dei nuovi classici della complessità”.

Articolo di Valerio Eletti

 

Qui la video-recensione di Valerio Eletti, sintesi dell’articolo lungo che segue.

 

Da decenni vengono pubblicati libri dedicati a temi correlati con l’organizzazione, il cambiamento, la leadership. Ma intanto tutto sta cambiando dentro e intorno al mondo del lavoro: condizioni al contorno, reti di relazioni, retroazioni irreversibili, distribuzione frattale del potere, accelerazione della velocità di crescita dei dati…  

Sembra dunque sempre più necessaria la elaborazione di una visione generale che sia basata su paradigmi nuovi, ben radicati negli studi sulle reti e i fenomeni complessi.

E forse qualche idea profonda ma ampia, di prospettiva, sulla transizione che stiamo vivendo, la possiamo trovare nel libro di cui parliamo qui, in particolare nel saggio iniziale a firma di Sergio Bellucci.

Un saggio che cerca di lasciarsi alle spalle i preconcetti radicati nell’approccio tradizionale alla economia e al mondo del lavoro e della organizzazione. Un esempio per tutti: la constatazione che oggi il lavoro più diffuso è quello “implicito”, realizzato inconsapevolmente e gratuitamente ogni giorno sui social e sulle infrastrutture reticolari digitali da centinaia di milioni di persone che alimentano volontariamente le informazioni che vanno a creare valore per i big del digitale; oltre tutto acquistando a proprie spese i mezzi di produzione del lavoro come il computer, o l’allacciamento in rete.    

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