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“Conoscere è, in un anello ininterrotto, separare per analizzare e collegare per sintetizzare o complessificare” – Edgar Morin, Insegnare a vivere. manifesto per cambiare l’educazione, Raffaello Cortina Editore, 2015 (ed. originale 2014), pag. 72

“Con Internet e con il Web possiamo avere accesso a tutto senza avere imparato mai niente” – Derrick de Kerckhove, citato in voce “Intelligenza connettiva“, Enciclopedia Treccani

“La logica è incapace di affrontare i circuiti ricorsivi senza generare paradossi” – Gregory Bateson, Mente e natura, Adelphi 2011 (ed. originale 1979), pag. 37

“Noi non siamo materia che rimane, ma schemi (pattern) che si perpetuano” – Norbert Wiener, Introduzione alla cibernetica: l’uso umano degli esseri umani, Bollati Boringhieri 1966 (ed. originale 1950)

L’uso della parola rete non come oggetto (per es. rete da pesca), ma come metafora (per es. rete di comunicazioni), si diffonde solo di recente, nell’ultimo decennio del Novecento.

L’assonanza è dunque con i significati portati dall’inglese network (reticolo, a forma di rete) e web (ragnatela, intreccio, ordito), invece che con quelli portati dall’inglese net (rete da pesca, retino).

Nell’accezione di network o web si trova inoltre il significato di rete sia come strumento di organizzazione sia come architettura dei sistemi complessi adattativi.

Nel caso dell’ICT e in particolare del World Wide Web partiamo dal presupposto enunciato nel 1950 da Norbert Wiener, il padre della cibernetica, per cui esiste un’ampia rete di comunicazioni che connette persone a persone, persone a macchine, macchine a persone e macchine a macchine (F. Comunello, Reti nella rete, Milano 2006).

Componenti di una rete sono i nodi (vertice, node) e le connessioni tra nodi (link). Una rete può essere mono-, bi- o multi- dimensionale; la rete Internet che si stende fisicamente (seppure a macchia di leopardo) sulla superficie della Terra si può assimilare a una rete bidimensionale.

(V.E)

Chiamiamo sistema un insieme di molti elementi in relazione tra di loro, che può essere considerato come una unica entità con caratteristiche diverse da quelle dei suoi singoli componenti; ciò vale sia per i sistemi artificiali (costruiti da un progettista, p.es. un circuito elettronico) sia per quelli naturali (osservati da un osservatore, p.es. uno stormo di uccelli);

quando si parla di relazione fra gli elementi costitutivi di un sistema, si intende che ciascun elemento interagisce con altri elementi del sistema e/o dell’ambiente circostante secondo regole definite, scambiando materia, energia e/o informazione.

Non si considerano sistemi, ma semplici “insiemi” (o set o non-systems), quegli aggregati di elementi le cui proprietà sono semplici stati che non richiedono un continuo processo di interazione tra i vari componenti; per comprendere in concreto la differenza tra un sistema e un semplice set di elementi possiamo prendere in considerazione p.es. la differenza che c’è tra un insieme di parole qualsiasi (che può avere diversi stati o strutture, se si organizzano le parole secondo il numero di lettere o secondo l’ordine alfabetico o secondo altri criteri) e il sistema costituito da un libro, in cui le parole che fanno parte dello stesso insieme interagiscono tra di loro secondo regole grammaticali, sintattiche e semantiche, facendo emergere significati che il set di parole non possiede: significati che non sono prevedibili a priori dall’analisi delle parole componenti.

Lo studio dei sistemi, pur avendo lontane radici che affondano nell’antichità e che si irrobustiscono nei secoli più recenti con gli studi sulla termodinamica e sulla statistica, comincia a presentare il suo aspetto attuale a cavallo della Seconda Guerra Mondiale con la nascita della Teoria generale dei sistemi (o Sistemica) di L. von Bertalanffy, della Dinamica dei sistemi di J. Forrester, della Cibernetica di N. Wiener e J. von Neumann, e di altre discipline collegate come la cosiddetta Seconda cibernetica di H. von Foerster.

(V.E)