Diversity and Complexity” di Scott Page, è il secondo libro presentato al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2021, per la “Biblioteca dei nuovi classici della complessità”.

Articolo di Massimo Conte

 

Qui la video-recensione, sintesi dell’articolo lungo che segue.

 

 

Le domande

In che modo interagiscono e si influenzano reciprocamente la diversità e la complessità?

Perché la diversità è importante? Che ruolo gioca in un sistema complesso?

Quali sono i meccanismi attraverso cui opera la diversità e può contribuire alla prosperità di un sistema complesso?

 

Il libro di riferimento

Il libro “Diversity and Complexity”, di Scott Page, è stato pubblicato da Princeton University Press per la serie Primers in Complex Systems.

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Perché abbiamo scelto questo libro?

Molte delle sfide che oggi affrontiamo (come il cambiamento climatico, le epidemie, le disparità economiche a livello mondiale, i mercati finanziari, la geopolitica mondiale) coinvolgono sistemi complessi. Ogni sfida implica l’anticipazione e il controllo di entità diverse, adattive, con azioni interdipendenti all’interno di reti.

Azioni che accadono in un parte della rete che generano un’eco in tutta la rete di relazioni. Piccoli eventi che innescano grandi reazioni. In un mondo piatto, in cui tutto interagisce con tutto, almeno potenzialmente, la complessità che ne risulta (che sia a nostro favore o contro di noi) dipende in grande misura dalla quantità di diversità.

Se possiamo capire come influenzare la diversità per raggiungere risultati migliori e una maggiore robustezza del sistema, possiamo anticipare e prevenire collassi. Dobbiamo individuare i punti di leva del sistema (punti su cui intervenire, che possono generare effetti amplificati).

Comprendere l’importanza della diversità (soprattutto per la robustezza di un sistema) spesso rende necessario riflettere sulla complessità. Attraverso lo studio congiunto di diversità e complessità possiamo iniziare a dire quale tipo di diversità, quando, e con quali condizioni produce buoni risultati nei sistemi con quali tipi di caratteristiche.

 

L’autore

Scott E. Page è professore di “Complexity, Social Science, and Management” all’Università del Michigan ed è un membro dell’external faculty del Santa Fe Institute.

 

Il sommario

Leggiamo in quarta di copertina come l’editore presenta il libro:

Questo libro fornisce un’introduzione al ruolo della diversità nei sistemi adattativi complessi. Un sistema complesso — come un’economia o un ecosistema tropicale — è costituito da entità adattive interagenti che producono modelli e strutture dinamiche. La diversità gioca un ruolo diverso in un sistema complesso rispetto a quanto accade in un sistema in equilibrio, dove spesso produce semplicemente variazioni intorno alla media per le misure di performance. Nei sistemi adattativi complessi, la diversità apporta contributi fondamentali alle prestazioni del sistema.

Scott Page fornisce un breve accenno su come la diversità si concretizza, su come viene mantenuta e su come influisce sui sistemi complessi. Spiega come la diversità sia alla base della robustezza a livello di sistema, consentendo risposte multiple a shock esterni e adattamenti interni; come fornisce le basi per grandi eventi creando valori anomali che alimentano i punti di non ritorno (tipping point), e come guida l’innovazione. Page esamina i diversi tipi di diversità (le variazioni all’interno e tra i tipi e la creazione di comunità distinte e di strutture di interazione) ed esamina l’evoluzione della diversità all’interno di sistemi complessi e i fattori che determinano la quantità di diversità mantenuta all’interno di un sistema.

 

L’indice dei contenuti

  • Il significato della diversità
  • Su diversità e complessità
  • Misurare la diversità
  • La creazione e l’evoluzione della diversità
  • Limiti nella diversità
  • Variazione nei sistemi complessi
  • Benefici inevitabili della diversità (1): media
  • Benefici inevitabili della diversità (2): rendimenti decrescenti dei tipi
  • Impatto della diversità nei sistemi complessi

 

 I due temi chiave del libro

Diversità

Il libro cerca di “dare i nomi” alle cose. Se dobbiamo agire su un sistema complesso, c’è bisogno di usare i termini con più precisione. Dire soltanto “è preferibile avere più diversità rispetto che meno diversità” è un po’ troppo semplicistico. Troppa diversità, in alcuni casi, può produrre inefficienza o catastrofi.

Nel libro viene spiegato che la complessità può avere diversi ruoli ed effetti: può fornire sicurezza, migliorare la produttività, spronare l’innovazione, incrementare la robustezza, produrre conoscenza collettiva, e più importante di tutte gli altri effetti citati, può sostenere ulteriore diversità.

Page distingue tre tipi di diversità: variazione all’interno di una tipologia, differenze tra le tipologie, differenze tra comunità o sistemi. Ognuna di queste ha una precisa funzione in un sistema complesso.

  • Variazione all’interno di una tipologia: fornisce reattività a cambiamenti minori dell’ambiente, e serve come innesco per la diversità tra tipologie.
  • Diversità tra le tipologie: crea sinergie, consente all’intero di essere più della somma delle parti.
  • Diversità tra comunità: fornisce robustezza a cambiamenti importanti, di sistema.

Possiamo dividere la domanda “perché vediamo la diversità?” in due parti. La prima parte riguarda le cause della diversità, che può essere dovuta a:

  • slippage, cioè slittamento, piccoli errori che possono capitare e che generano variazioni, e le variazioni si accumulano nel tempo creando differenze;
  • creazione deliberata.

La seconda parte della domanda “perché vediamo diversità?” ha a che fare con i limiti.

 

Complessità

Page definisce la complessità come pattern (schemi) sofisticati nel tempo e nello spazio. Per comprendere fenomeni complessi, abbiamo bisogno di comprendere i sistemi che li generano. I sistemi complessi sono insiemi di elementi diversi, connessi e interdipendenti il cui comportamento è determinato da regole, che si possono adattare. Le interazioni tra le parti spesso producono fenomeni che sono più della somma delle parti, che chiamiamo fenomeni emergenti. Sono esempi di sistemi complessi il cervello, la foresta pluviale, una città. Ognuno contiene entità diverse e connesse che interagiscono. Ognuno produce risultati che superano le capacità delle parti componenti.

Molti sistemi complessi non sono prevedibili, o lo sono soltanto nel breve periodo: l’evoluzione del meteo e le economie sono sistemi complessi difficili da prevedere.

La diversità migliora la produttività in due modi: con la media (che rende in grado i sistemi di funzionare meglio senza preoccuparsi dello stato del mondo) e con i rendimenti decrescenti del tipo (ad un certo punto, in un ecosistema, avere di più di qualcosa diminuisce la produttività).

 

Nel capitolo 8 Page elenca e dettaglia dieci meccanismi che contribuiscono alla robustezza, cioè alla capacità del sistema di prosperare:

  • Specializzazione 1: vantaggio comparativo
  • Specializzazione 2: Learning by doing
  • Reattività
  • Competizione
  • Sinergie 1: trucchi superadditivi
  • Sinergie 2: panorami multipli
  • Sinergie 3: produzione di diversità
  • Conoscenza collettiva
  • Ridondanza e degenerazione
  • Firewalling e modularità
  • Fratture trasversali

 

Una citazione

Concludiamo con un ultimo estratto dal libro (p.255):

La diversità non è una panacea: troppa diversità ostacola l’emersione di strutture significative; l’introduzione di nuove specie e nuovi prodotti e idee può distruggere così come può creare.

La giusta quantità e tipologie di diversità dipendono da molti attributi del sistema (come il livello di connessione, le interdipendenze, il tasso di adattamento) che possono variare nel tempo. La diversità deve trovare un punto di equilibrio: un equilibrio tra esplorazione (exploring) e sfruttamento (exploiting), tra ridondanza e novità, tra ricerca di innovazione e semplice godimento del presente.

 

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