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Dedalo’97, CIES e Complexity Education Project hanno organizzato, tra Dicembre 2020 e Febbraio 2021, la serie di sei incontri Vivere e crescere nel mondo tutto insieme per conversare della complessità del “mondo tutto insieme” che la pandemia ha così chiaramente messo in evidenza.

Il 26 Gennaio 2021 (dalle 21 alle 22:30) Massimo Conte ha parlato di dati, complessità e società nel webinar  “Internet e il mondo tutto insieme“.

Per Saperne Di Più

di Massimo Conte

Tempo di lettura: 15 minuti.

La versione inglese dell’articolo è disponibile a questo link.

 

Come possiamo orientarci nella complessità del mondo?

Quanto siamo consapevoli di ciò che vediamo, che ci serve per interpretare il mondo?

Nell’ecosistema digitale in cui siamo immersi, quali diventano le nuove competenze di base del cittadino e di chi lavora con i dati come scienziati, designer, giornalisti?

 

Premessa

L’impatto della malattia Covid-19 ha causato nel 2020 una forte discontinuità su più dimensioni dell’agire umano: la sanità, l’economia, il lavoro, l’educazione. Trasversale a tutte queste ce n’è una meno appariscente, ma che le collega tutte: è quella che riguarda la nostra visione e comprensione della complessità dei sistemi dinamici interconnessi e non lineari in cui viviamo.

A differenza di molte altre quarantene vissute in passato dagli uomini questa è la prima, a livello globale, che si caratterizza per uno scollamento tra corpo e mente: all’isolamento fisico per evitare il contagio, si accompagna una iperconnessione digitale. La conoscenza da parte delle persone è spesso completamente mediata: dai media tradizionali e da quelli digitali. Di conseguenza, la nostra visione del mondo è completamente mediata dalle fonti informative che scegliamo: la nostra percezione e le scelte che ne conseguono sono influenzate dagli interpreti che scegliamo.

La pandemia da Coronavirus ha già avuto alcune conseguenze anche nel nostro rapporto con la conoscenza, che è il tema centrale di questo saggio. Il pensiero e il metodo scientifico sono tornati al centro della scena del dibattito pubblico: le decisioni fondamentali di ordine pubblico e sanitario dei governi prese in base alle consulenze dei comitati scientifici, e in ultima battuta, in base all’interpretazione dei dati; gli aggiornamenti quotidiani su grafici, curve, tendenze come notizie principali nei telegiornali; il dibattito nei social tra i cittadini su quale posizione prendere rispetto a quei dati.

Per Saperne Di Più

Massimo Conte e Bruno Ronsivalle hanno parlato di scienza delle previsioni, intelligenza artificiale, epidemie e futuro, prendendo spunto dal libro “L’algoritmo e l’oracolo. Come la scienza predice il futuro e ci aiuta a cambiarlo” di Alessandro Vespignani, in occasione del quarto incontro on line dell’edizione 2020 dei “Complexity Literacy Meeting” (i Complexity Literacy meeting sono organizzati a partire dal 2014 dal Complexity Institute; quest’anno, date le difficoltà dovute alla pandemia di Covid-19).

 

 

Per Saperne Di Più

Tipologia di rete (tradotta di rado con “rete mondo piccolo”) in cui è possibile raggiungere qualunque posizione da qualsiasi altra in pochi passi; è interessante in ambito sociale, ecologico e tecnologico per la sua capacità di diffondere segnali velocemente e in maniera efficace.

Si ha una small world network quando coesistono cluster (agglomerati) di nodi strettamente connessi tra di loro (hub) e collegati con altri cluster da legami cosiddetti deboli, secondo una distribuzione che segue una legge di potenza, che descrive a sua volta la complessità della rete.

Le reti small world sono caratterizzate da alto coefficiente di aggregazione e da pochi gradi di separazione.

La definizione di small world network, anche se trova anticipazioni negli anni ’60 e ’70 del Novecento in studiosi come S. Milgram e M. Granovetter, viene elaborata da D. Watts e S. Strogatz negli anni ‘90 e diffusa da A-L. Barabasi all’inizio del Duemila; più di recente ricercatori e divulgatori come M. Buchanan hanno proposto una suddivisione delle reti small world in due grandi famiglie chiamate “reti aristocratiche” e “reti egualitarie”:

le prime (tipiche scale free network come Internet o il Www) sono caratterizzate dalla presenza di hub che tendono a crescere e dominare nel tempo;

le seconde (come i social network o le linee aeree low cost) presentano vincoli di vario tipo che limitano la crescita degli hub oltre una certa soglia, bilanciandoli con la nascita di hub concorrenti.

(V.E)

Le elezioni 2013 e le proiezioni basate su Twitter e Facebook. E’ online nel magazine www.agendadigitale.eu l’intervento di Valerio Eletti dedicato alle riflessioni sulla nuova frontiera dell’analisi semantica di grandi masse di dati provenienti dai social networks.

Presentazione e sintetica analisi delle azioni attivate dalla Repubblica, dalla Stampa e dal Corriere della Sera nelle settimane che hanno preceduto le elezioni politiche del febbraio 2013; per leggere l’articolo cliccare qui.

Si possono lasciare commenti sia in questo sito sia nel magazine dell’agenda digitale.