Articolo di Massimo Conte
La scienza della complessità studia come insiemi di unità semplici possano generare comportamenti emergenti quando interagiscono tra loro: dalla rete di neuroni di un cervello alla diffusione delle epidemie, i sistemi complessi sono presenti ovunque e richiedono nuovi paradigmi conoscitivi che superino le tradizionali separazioni disciplinari. La complessità non può essere ricondotta a definizioni lineari e termini come emergente, interconnesso e transdisciplinare sono essenziali per comprendere i sistemi complessi. In questo contesto si inserisce Complexity Thoughts, la newsletter curata dal fisico Manlio De Domenico.
Un’esplorazione transdisciplinare
De Domenico è professore associato di fisica applicata all’Università di Padova e dirige il CoMuNe Lab per lo studio dei sistemi complessi (reti biologiche e socio‑tecniche) e delle loro dinamiche con l’obiettivo di comprendere come la molteplicità dei legami e le interdipendenze diano origine a fenomeni collettivi emergenti.
Dal 2022 cura Complexity Thoughts, uno spazio pensato per condividere riflessioni e ricerche sul mondo delle reti e delle dinamiche complesse, affrontando temi legati a complessità, network science e intelligenza artificiale, con applicazioni che spaziano dalla biomedicina all’ecologia.
La newsletter nasce con l’idea di “costruire conoscenza, un articolo alla volta”, e ogni numero raccoglie e commenta articoli scientifici recenti, spesso accompagnati da saggi di approfondimento che collegano i risultati a questioni più ampie. È disponibile anche in modalità podcast (generato tramite AI) sulle principali piattaforme, come Spotify e Apple.
La newsletter alterna “Issue” numerate, che riassumono e contestualizzano articoli scientifici, e “Essay”, riflessioni più lunghe su temi specifici. Gli argomenti trattati variano molto: dalla previsione del comportamento dei sistemi dinamici (“local predictability”), alla lotta contro le pseudoscienze negli ecosistemi algoritmici, alle neuroscienze, alla stabilità globale o alla misurazione della coscienza. Questa eterogeneità rispecchia l’intento transdisciplinare della newsletter, dove l’attenzione si sposta liberamente tra fisica, biologia, epidemiologia, intelligenza artificiale e scienze sociali. Attorno alla newsletter si è sviluppata una community di oltre 2500 lettori.
Complexity Thoughts unisce rigore scientifico e divulgazione: ogni numero propone un’introduzione che inquadra l’argomento nel contesto più ampio delle scienze della complessità; seguono poi sintesi degli articoli selezionati, corredate da commenti personali che aiutano a cogliere le connessioni tra risultati diversi. La newsletter utilizza riferimenti a figure importanti del campo e suggerisce letture complementari: attraverso l’interconnessione tra discipline, favorisce proprio questa riconsiderazione dei confini tradizionali.

Fonte immagine: A Tangled Nature, Complexity Thoughts
L’ambizione di Complexity Thoughts è di costruire un ponte tra la ricerca d’avanguardia e la comunità degli studiosi e curiosi. La varietà degli argomenti e l’attenzione a fenomeni emergenti la rendono una risorsa preziosa per chi segue le scienze della complessità. L’esperienza di De Domenico nella ricerca su reti multilayer, network medicine e informazione si riflette nella qualità della selezione e nelle connessioni che propone.
Per i lettori del Complexity Education Project, la newsletter rappresenta un complemento ideale: entrambe le iniziative promuovono un approccio transdisciplinare e invitano a riconsiderare le nostre categorie cognitive. Mentre il CEP valorizza letture, eventi e risorse (come ad esempio “La rappresentazione visiva dei concetti della complessità“) che esplorano la pluralità dei saperi e invita a superare le semplificazioni,

Complexity Thoughts offre un flusso costante di riferimenti alla letteratura internazionale, stimolando la riflessione critica e l’autoformazione. Chi è interessato alla complessità troverà spunti su una vasta gamma di argomenti, spiegati con chiarezza e passione; la proposta di De Domenico dimostra come la ricerca possa anche trasformarsi in mediazione culturale e divulgazione, contribuendo alla diffusione di conoscenze complesse in un linguaggio accessibile e nel rispetto del rigore scientifico.
