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Diversity and Complexity” di Scott Page, è il secondo libro presentato al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2021, per la “Biblioteca dei nuovi classici della complessità”.

Articolo di Massimo Conte

 

Qui la video-recensione, sintesi dell’articolo lungo che segue.

 

 

Le domande

In che modo interagiscono e si influenzano reciprocamente la diversità e la complessità?

Perché la diversità è importante? Che ruolo gioca in un sistema complesso?

Quali sono i meccanismi attraverso cui opera la diversità e può contribuire alla prosperità di un sistema complesso?

 

Il libro di riferimento

Il libro “Diversity and Complexity”, di Scott Page, è stato pubblicato da Princeton University Press per la serie Primers in Complex Systems.

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AI-Work, La digitalizzazione del lavoro, a cura di Sergio Bellucci, è il primo libro presentato al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2021, per la “Biblioteca dei nuovi classici della complessità”.

Articolo di Valerio Eletti

 

Qui la video-recensione di Valerio Eletti, sintesi dell’articolo lungo che segue.

 

Da decenni vengono pubblicati libri dedicati a temi correlati con l’organizzazione, il cambiamento, la leadership. Ma intanto tutto sta cambiando dentro e intorno al mondo del lavoro: condizioni al contorno, reti di relazioni, retroazioni irreversibili, distribuzione frattale del potere, accelerazione della velocità di crescita dei dati…  

Sembra dunque sempre più necessaria la elaborazione di una visione generale che sia basata su paradigmi nuovi, ben radicati negli studi sulle reti e i fenomeni complessi.

E forse qualche idea profonda ma ampia, di prospettiva, sulla transizione che stiamo vivendo, la possiamo trovare nel libro di cui parliamo qui, in particolare nel saggio iniziale a firma di Sergio Bellucci.

Un saggio che cerca di lasciarsi alle spalle i preconcetti radicati nell’approccio tradizionale alla economia e al mondo del lavoro e della organizzazione. Un esempio per tutti: la constatazione che oggi il lavoro più diffuso è quello “implicito”, realizzato inconsapevolmente e gratuitamente ogni giorno sui social e sulle infrastrutture reticolari digitali da centinaia di milioni di persone che alimentano volontariamente le informazioni che vanno a creare valore per i big del digitale; oltre tutto acquistando a proprie spese i mezzi di produzione del lavoro come il computer, o l’allacciamento in rete.    

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Si potrebbe intitolare “La complessità spiegata a un amico” il libro pubblicato nell’estate del 2021 da Fulvio Forino (ideatore e direttore del Festival della complessità fin dal 2010), per i tipi dell’editore “Torri del vento” di Palermo.  

Il taglio che caratterizza il libro “Il volo della mosca. Pensare e agire in un mondo complesso” è infatti programmaticamente quello di una divulgazione amichevole che non dia niente per scontato e che si appoggi su esempi reali, concreti, di vita vissuta, per conoscere e osservare nella loro ampiezza e bellezza gli scenari e i fenomeni complessi, così come le azioni e i comportamenti che derivano da questo nostro vivere, agire e decidere in equilibrio dinamico tra l’ordine e il caos.  

 

Il sommario

Vediamo come lo presenta l’editore: “Questo libro è un discorso sul mondo complesso in cui viviamo e sulla concretezza e utilità della visione sistemica della realtà.

Per il suo linguaggio semplice e immediatamente comprensibile, è un libro che mancava tra i tanti che affrontano i temi della complessità che Fulvio Forino riesce a rendere percepibile nella vita di tutti i giorni, per poi affrontare problemi che richiedono di pensare e agire in modo nuovo, sistemico: i cambiamenti climatici, la globalizzazione, la scuola, l’università, la condizione giovanile, la scienza, la sanità, la tecnocrazia. […]

La visione sistemica della realtà non si insegna. Richiede un cambiamento di prospettiva.

Fulvio Forino lo sa e ha fatto la scelta di coinvolgere, anche emotivamente, il lettore in metafore, storie, narrazioni che lo porteranno a pensare a come pensiamo…”.

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Abbiamo chiesto al fisico teorico Alessandro Pluchino (autore de “la firma della complessità”) di accompagnare con un suo testo la notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la fisica a Giorgio Parisi. Ecco l’articolo che ha scritto per il Complexity Education Project: 

 

Cosa hanno a che fare le eleganti coreografie di uno stormo di uccelli in volo con il comportamento dei quark nei nuclei degli atomi? E cosa hanno in comune le caratteristiche magnetiche di alcuni materiali vetrosi (detti “vetri di spin”) con l’alternarsi delle ere glaciali e con i mutamenti climatici su scala planetaria?

Sono in molti a chiederselo, in questi giorni, dal momento in cui hanno appreso che si tratta di alcuni degli ambiti di indagine esplorati con successo nell’arco di diversi decenni dal fisico teorico italiano Giorgio Parisi e che questi studi gli hanno permesso di guadagnarsi il premio Nobel per la Fisica 2021, insieme ai colleghi Syukuro Manabe (Stati Uniti) e Klaus Hasselmann (Germania).

Ma sveliamo subito il mistero. Il filo conduttore che accomuna fenomeni apparentemente così diversi tra loro, e situati a scale totalmente differenti come i nuclei atomici, i vetri di spin, gli stormi e le fluttuazioni climatiche, è l’ombrello matematico sotto il quale possono essere descritti e studiati: quello della fisica statistica e dei sistemi complessi. Ed è appunto in questo contesto che Giorgio Parisi, oggi professore emerito presso l’ateneo La Sapienza di Roma ed ex Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha prodotto risultati scientifici così importanti da convincere l’Accademia Reale delle Scienze Svedese ad assegnargli il Nobel “per la scoperta dell’interazione fra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”. E forse avrebbero potuto precisare “sistemi fisici complessi”…

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Abbiamo chiesto a Maria Stella Bottai, storica dell’arte e studiosa della complessità, una lettura dell’ultimo libro di Edgar Morin, pubblicato in Francia a giugno 2021: ecco il testo.

Per i suoi 100 anni da poco compiuti Edgar Morin, pensatore, saggista, tra i massimi teorici della complessità, si regala e ci regala un libro: Leçons d’un siècle de vie, uscito in Francia per le edizioni Denoël e in arrivo in Italia per Mimesis. 
Come annuncia il titolo, l’autore ripercorre le tappe salienti della sua biografia sotto la lente della complessità e secondo il suo metodo. Ma, specifica nel preambolo, senza voler dare lezioni a nessuno, piuttosto trarre lezioni da un’esperienza secolare e condividerle con gli altri.
Leggo il testo durante un lungo viaggio in treno nel sud della Francia, e mi pare che il libro scorra anch’esso su un binario, con due temi portanti che vorrei portare qui all’attenzione (traducendo dal francese le citazioni): la complessità dell’identità e quella del destino.

 

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di Massimo Conte

Visual Complexity” è il quinto libro segnalato per la “Biblioteca dei classici della complessità”, al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2020, evento co-organizzato dal Complexity Education Project insieme al Complexity Institute.

Di seguito il video della presentazione tenuta durante il Web Meeting, e a seguire l’articolo lungo di cui il video è una sintesi.


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Nexus è il terzo libro segnalato per la Biblioteca dei classici della complessità, al Complexity Literacy Web-Meeting dell’autunno 2020.

 

 

Possiamo capire dalla descrizione dei parametri strutturali di una rete se questa è adatta o meno a trasmettere contagi virali, a mettere in contatto nodi distanti o a resistere ad attacchi esterni mirati?

Le risposte le troviamo in questo libro di Mark Buchanan ormai classico: “Nexus” (sottotitolo: “Perché la natura, la società, l’economia, la comunicazione funzionano alla stesso modo”), pubblicato in Italia da Mondadori nel lontano 2003, in contemporanea con l’edizione originale in inglese.

Leggendo questo classico possiamo farci un’idea delle strutture e dei meccanismi che regolano il comportamento delle reti, e possiamo capire come e quanto tali strutture e meccanismi condizionino la solidità, la resilienza e l’efficienza di una rete, sia essa digitale o sociale, economica o biologica.

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di Massimo Conte

Misinformation. Guida alla società dell’informazione e della credulità” di Walter Quattrociocchi e Antonella Vicini è il secondo libro segnalato per la Biblioteca dei classici della complessità, al Complexity Literacy Web-Meeting dell’autunno 2020.

Di seguito il video della presentazione tenuta durante il Web Meeting, e a seguire l’articolo lungo di cui il video è una sintesi.


 

Le domande

Come ci comportiamo in rete? Quali sono le dinamiche delle notizie che viaggiano nel web e nei social? Ha senso parlare di “arginare le fake news”? Che effetto ha provare a “smontare le bufale” (debunking) nei confronti delle persone che invece credono a quella visione del mondo?

 

Perché abbiamo scelto questo libro

Le possibili risposte le troviamo nel libro di Walter Quattrociocchi e Antonella Vicini “Misinformation. Guida alla società dell’informazione e della credulità”; Editore Franco Angeli.

Sebbene sia stato pubblicato in tempi relativamente recenti (e non sospetti), cioè nel 2016, è diventato in poco tempo il riferimento a livello italiano e mondiale su come comprendere i fenomeni di flussi informativi in cui siamo immersi. Che possono poi avere ricadute importanti anche sulla politica e quindi sulla vita pubblica delle persone.

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