Dialogare con i Large Language Models. Guida alla scrittura del prompt è un libro che affronta il complesso fenomeno della scrittura del prompt per dialogare con i LLM, offrendo una guida pratica per la loro formulazione soprattutto in ambito umanistico. L’autore è Paolo De Gasperis, da anni impegnato nella diffusione della cultura digitale nel mondo storico-artistico e museale.
La salute può essere letta come un sistema adattativo complesso, dove persone, professionisti e contesti interagiscono in modo dinamico e spesso imprevedibile. La medicina moderna, pur sempre più efficace, fatica però a mantenere relazioni di cura significative e personalizzate.
L’intelligenza artificiale può rappresentare un’opportunità per affrontare questa complessità, ma anche un rischio, se utilizzata come semplice sostituto dei professionisti.
Il gruppo di studio “Complessità, salute, relazioni di cura e AI” nasce per esplorare questo equilibrio: come la tecnologia possa diventare alleata evolutiva della relazione di cura, favorendo una medicina più consapevole, partecipata e umana.
Uno spazio di confronto aperto a chi desidera contribuire a questa riflessione collettiva.
Una lettura di Antonella Sbrilli
Appena finito di leggere il libro di Valentina Tanni (Conversazioni con la macchina. Il dialogo dell’arte con le intelligenze artificiali, Tlon 2025), sono andata a cercare “conversazione” nel vocabolario Treccani, trovando un elenco di significati legati al dialogo e al discorso, di sfumature che toccano concetti come familiarità, pratica, dimestichezza; di richiami artistici (le sacre conversazioni e i conversation piece); di occorrenze letterarie, fra cui il rimando alla prima delle Operette morali di Giacomo Leopardi (Storia del genere umano). Ciò che risalta, all’inizio della voce Treccani, è la derivazione della parola dal latino conversatio: “il trovarsi insieme”, che implica una sfera di situazioni fondate sulla relazione. E proprio di tipologie di relazione, di forme di reciproca dimestichezza fra persone e macchine, fra agenti umani e intelligenze artificiali, tratta il libro di Valentina Tanni.
Festival della Complessità 2025 | XV Edizione
Essere, umano è il tema della XV edizione del Festival della Complessità, un festival diffuso e a km zero organizzato da decine di Partner Promotori sull’intero territorio nazionale.
Il tema di quest’anno è dedicato al concetto di umanità, declinato da più punti di vista: filosofico, psicologico, politico, sociologico, tecnologico.
Dal 27 al 29 giugno 2025 il Festival della Complessità sarà a Tarquinia, per tre giornate di conversazioni in piazza e sotto le stelle con esperti di più discipline per parlare della complessità delle persone e della loro identità.
Il calendario degli eventi, in corso di aggiornamento, è raggiungibile
dal sito del Festival, dove esplorare anche i materiali delle edizioni precedenti.

Partecipano al Festival della Complessità a Tarquinia:
Nunzio Allocca – Franco Bifulco – Mauro Ceruti – Massimo Conte – Alberto Felice De Toni – Magda Di Renzo – Pierluigi Fagan – don Mattia Ferrari – Tiziana Ferrario – Fulvio Forino – Diego Frigoli – Giuseppe Gembillo – Fabrizio Giacomelli – Sergio Manghi – Ugo Morelli – Vivaldo Moscatelli – Oscar Nicolaus – Michele Placido – Luigi Serafini – Chiara Simonigh – Francesca Violi
Per approfondire alcuni dei temi trattati, sul sito del Festival, si possono leggere questi articoli
Fulvio Forino, Essere, umano. Riflessioni in orine sparso
Pierluigi Fagan, C’è bisogno di senso della complessità
Massimo Conte, Le basi complesse dell’AI generativa
Giuseppe Gembillo, La complessità e la varietà dell’Intelligenza
Francesca Violi, Essere virgola Umano
Sta per prendere il via il “ComplexAI Lab. Le nuove dimensioni dell’apprendimento: formare alla complessità dell’IA generativa”; è un percorso formativo organizzato da AIF – Associazione Italiana Formatori, in collaborazione con il Complexity Education Project (CEP).
Il ComplexAI Lab offre ai partecipanti una comprensione approfondita dell’IA generativa: attraverso cinque moduli, il corso guiderà formatori e professionisti della formazione nell’acquisizione delle competenze necessarie per integrare l’IA generativa nei propri contesti lavorativi. Dalla creazione di contenuti alla progettazione di chatbot, ogni aspetto dell’apprendimento sarà arricchito da un approccio sistemico e complesso.
I partecipanti avranno accesso a materiali didattici, esercitazioni pratiche, e un ambiente social che faciliterà l’apprendimento collaborativo.
Se desideri approfondire i dettagli del corso e conoscere i docenti, consulta la brochure.
Se ti interessa il corso, puoi iscriverti a questo link.
Il Complexity Education Project è tra i partner promotori del Festival della Complessità 2024, dedicato al tema “La complessità in pratica: vivere, decidere, agire in contesti complessi”.
Sin dalla nascita del Festival nel 2010, il Complexity Education Project ha sempre contribuito alla sua organizzazione. In questo articolo è disponibile la sua storia, con il punto di svolta del passaggio da Festival “tradizionale” (evento locale, di pochi giorni) a Festival decentrato, auto-organizzato dal basso, a partire dal 2013. In altre parole, un Festival che parla di complessità, organizzato secondo i principi della complessità.
L’introduzione dell’AI generativa ha provocato un cambio di scenario nell’ultimo anno, di cui dobbiamo ancora comprendere a fondo gli impatti.
Giovedì 13 gennaio si è tenuto il nuovo appuntamento del Complexity Literacy Meeting, dal titolo #calcolo #possibilità – Due libri per dialogare di complessità.
L’evento è stato dedicato alla presentazione di libri che parlano di complessità, ed è organizzato dal Complexity Institute in collaborazione con il Complexity Education Project.
“Caos quotidiano. Un nuovo mondo di possibilità” di David Weinberger è il quarto libro presentato al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2021, per la “Biblioteca dei nuovi classici della complessità”.
Articolo di Massimo Conte
Le domande
In che modo il nostro coinvolgimento con la tecnologia sta cambiando il modo in cui vediamo come accadono le cose?
Qual è stato finora (almeno per lungo tempo) il nostro sistema per capire come andavano le cose nel mondo, e perché?
In che modo i nostri strumenti influenzano la nostra esperienza e comprensione del mondo, e viceversa?
Cosa abbiamo sacrificato nel nostro tentativo di rendere il mondo comprensibile e controllabile?
Il libro di riferimento
Il libro di cui parliamo è “Caos quotidiano. Un nuovo mondo di possibilità” di David Weinberger, pubblicato da Codice Edizioni nel 2020.
“AI-Work, La digitalizzazione del lavoro”, a cura di Sergio Bellucci, è il primo libro presentato al Complexity Literacy Web Meeting dell’autunno 2021, per la “Biblioteca dei nuovi classici della complessità”.
Articolo di Valerio Eletti
Qui la video-recensione di Valerio Eletti, sintesi dell’articolo lungo che segue.
Da decenni vengono pubblicati libri dedicati a temi correlati con l’organizzazione, il cambiamento, la leadership. Ma intanto tutto sta cambiando dentro e intorno al mondo del lavoro: condizioni al contorno, reti di relazioni, retroazioni irreversibili, distribuzione frattale del potere, accelerazione della velocità di crescita dei dati…
Sembra dunque sempre più necessaria la elaborazione di una visione generale che sia basata su paradigmi nuovi, ben radicati negli studi sulle reti e i fenomeni complessi.
E forse qualche idea profonda ma ampia, di prospettiva, sulla transizione che stiamo vivendo, la possiamo trovare nel libro di cui parliamo qui, in particolare nel saggio iniziale a firma di Sergio Bellucci.
Un saggio che cerca di lasciarsi alle spalle i preconcetti radicati nell’approccio tradizionale alla economia e al mondo del lavoro e della organizzazione. Un esempio per tutti: la constatazione che oggi il lavoro più diffuso è quello “implicito”, realizzato inconsapevolmente e gratuitamente ogni giorno sui social e sulle infrastrutture reticolari digitali da centinaia di milioni di persone che alimentano volontariamente le informazioni che vanno a creare valore per i big del digitale; oltre tutto acquistando a proprie spese i mezzi di produzione del lavoro come il computer, o l’allacciamento in rete.







